GENTILI SI DIVENTA: LA GENTILEZZA È FIGLIA DELLA LIBERTÀ
Di Giacomo Papasidero
Per essere persone gentili, per diventarlo davvero, dobbiamo anche essere liberi.
Di solito, quando parliamo di libertà, ci “accontentiamo” di intendere alcune libertà esterne, come quella di poter votare i partiti politici che preferiamo, seguire la religione che vogliamo, vestirci come ci piace, occupare il nostro tempo nel modo che riteniamo migliore e tutte le altre “libertà democratiche” che sono importantissime e che spesso diamo anche per scontate.
Oltre a queste, però, c’è una libertà ancora più importante: quella di scegliere.
- Quando decidiamo come vestirci, è una nostra scelta o è una decisione presa dalle mode, dal nostro gruppo di amici, dalla nostra cultura e noi ci adeguiamo pensando di essere liberi?
- Quando decidiamo a che religione votarci, o se non credere in nulla, è una nostra scelta o facciamo semplicemente quello che hanno deciso i nostri genitori prima di noi, o gli amici che frequentiamo ogni giorno?
Poter decidere cosa fare non significa che poi siamo davvero liberi. Se essere gentili vuol dire agire con amore verso gli altri, a dispetto di come loro si comporteranno con noi, allora abbiamo bisogno di una grande libertà.
La libertà di scegliere parole gentili anche se gli altri sono scortesi, anche quando i nostri amici ci incitano a rispondere “per le rime”, anche quando la nostra gentilezza sembrerà agli occhi del mondo ingenuità, debolezza.
La libertà non è banalmente la possibilità di fare quello che vogliamo, ma la capacità di sceglierlo senza essere pilotati (magari senza rendercene conto) dalla nostra cultura o dalle persone che frequentiamo.
Ma libertà è anche, quindi, responsabilità. Perché in realtà noi siamo sempre liberi. Di agire con gentilezza anche quando chiunque non riuscirebbe a farlo, liberi di dare o negare, dire “sì” oppure “no”, fare un favore o negarlo.
In qualsiasi momento della nostra vita conserviamo la libertà di scegliere come agire, parlare, pensare. Possiamo scegliere la gentilezza come modo di vivere proprio perché non esiste una situazione in cui non avremo la libertà di farlo.
Le persone vicine possono fare pressioni per spingerci a comportarci in un certo modo, certe scelte da parte nostra potrebbero comportare conseguenze scomode (come non assecondare chi ha potere di farci avere una promozione sul lavoro, o non soddisfare i desideri di amici o partner), ma in ogni momento della nostra vita a noi spetterà sempre l’ultima parola.
- Possiamo non fare il regalo per il compleanno di nostro figlio, o del nostro partner? Certo! Anche se questa persona potrebbe non gradirlo e arrabbiarsi con noi.
- Possiamo dire di no alle richieste di un nostro collega “importante”? Certo! Anche se poi potrebbe prendere decisioni sfavorevoli per noi sul lavoro.
- Possiamo rifiutarci di fare un favore per un amico che ci ha aiutato spesso in passato? Certo! Anche se potremmo ritrovarci rifiutati da lui perché ci vede come ingrati.
Essere gentili, lo abbiamo ripetuto spesso, significa amare. E amare vuol dire anche fare un regalo, un favore, dire di “sì” a una richiesta degli altri. Ma non significa che siamo costretti, perché ci saranno momenti in cui sarà più opportuno dire di “no” o fare scelte che gli altri non apprezzeranno.
Amare non significa assecondare.
Anche se le conseguenze delle nostre decisioni potrebbero non piacerci, restiamo sempre liberi di fare quello che vogliamo. Sempre.
Abbiamo sempre noi l’ultima parola sulle nostre decisioni, perché in qualunque situazione, per quanto gli altri ci abbiano “costretti” a una determinata scelta, noi, infondo, l’abbiamo assecondata, fosse solo senza fare nulla per impedirla.
Anche questa è una scelta.
Questo è certamente un tema controverso e complicato, per cui rimandiamo a una pagina molto interessante che spiega in modo ancora più approfondito cos’è la libertà: è importante comprenderlo davvero perché non possiamo essere gentili senza la libertà di sceglierlo in qualsiasi situazione. Anche quelle più complicate e difficili.
E questo potere di scegliere, unito alla responsabilità che ogni nostra decisione ha sulla nostra vita (e non solo!), ci porta a parlare di consapevolezza, il prossimo passo verso la capacità di essere davvero gentili.