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Bambini: la gentilezza aumenta la popolarità tra i coetanei

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I «buoni» modi nei bimbi sono premiati dai loro pari. Un abbraccio, una merenda inibiscono gli attacchi di bullismo

Articolo aparso su “il corriere della sera”
A cura di Emanuela Di Pasqua

I bambini gentili e premurosi, altruisti e solidali vengono premiati dalla società, ma non solo da quella dei grandi, bensì anche dai coetanei, capaci nonostante la giovane età e i luoghi comuni, di riconoscere in questi pregi un valore fondamentale e persino un elemento di fascino e un’icona di successo. E come se non bastasse nella comunità dei giovanissimi chi è gentile è anche più sereno e gratificato. Un gesto gentile, anche quando l’impatto non è diretto (vuoi la mia merenda?), viene registrato e apprezzato dalla società dei più piccini, spesso accusata di non essersi ancora scrollata di dosso l’amoralità (e non l’immoralità) dell’infanzia e di scegliere leader prepotenti e violenti, ribelli o competitivi, “adultizzati” e duri.

LO STUDIO – Lo sostengono i ricercatori della British Columbia in uno studio svolto in collaborazione con l’Università della California di Riverside e pubblicato sulla rivista Plos One. La ricerca, coordinata da Kimberly Schonert-Reichl del dipartimento di psicologia dello sviluppo della University of British Columbia di Vancouver, ha indagato le conseguenze sociali della gentilezza nei bambini, constatando che nei ragazzini i comportamenti più altruistici e meno prevaricatori favoriscono l’accettazione sociale e regalano a chi li mette in atto una maggiore felicità e una popolarità tra pari. I ricercatori hanno coinvolto circa 400 ragazzini tra i nove e gli undici anni appartenenti a 19 classi di Vancouver, monitorandoli per quattro settimane e dividendoli in due insiemi. Successivamente hanno attribuito a un primo gruppo il compito di tenere una sorta di diario delle loro buone azioni impegnandosi a compiere e trascrivere almeno tre gentilezze settimanali e a un gruppo di controllo il compito di annotare tre luoghi visitati alla settimana (campo da calcio, casa dei nonni, centro commerciale). E importante sottolineare che prima dell’esperimento i ricercatori avevano chiesto ai bimbi di scegliere reciprocamente il compagno preferito di attività, attribuendo una nomination di simpatia a tutti i compagni di scuola, e di quantificare la propria felicità.

LE CONCLUSIONI SORPRENDENTI – Al termine del test gli studiosi hanno registrato una crescita complessiva e trasversale di felicità e hanno nuovamente interpellato i bambini coinvolti riguardo alle loro preferenze in fatto di compagni di scuola, constatando visibilmente in entrambi i gruppi un aumento delle quotazioni per i compagni che avevano registrato un record di gesti altruistici. Segno che i bambini buoni e giusti erano stati indicati come più popolari e corteggiati e che la gentilezza premia in termini di leadership. Come fa notare Kristin Layous, ricercatrice del dipartimento di psicologia dell’Università della California di Riverside, ciò che sorprende è soprattutto il riconoscimento della gentilezza come segnale di appeal tra i giovanissimi, anche quando la solidarietà non è rivolta verso l’interessato. I ragazzini che avevano ottenuto la nomination si erano distinti infatti anche per gesti carini come un abbraccio caloroso alla propria madre vedendola affaticata o come il fatto di aver passato l’aspirapolvere in casa contribuendo alla faccende domestiche e i risultati dell’esperimento (condotto in primavera proprio perchè all’interno della classe si erano già radicate le dinamiche sociali) dimostrano che i ragazzi buoni vengono guardati con rispetto e stima dai pari. Non solo: lo studio rivela anche che la gentilezza è la chiave della felicità e dell’appagamento per i più piccini e che i ragazzini che trattano il prossimo con rispetto e cura vengono persino risparmiati dai ben più bruschi bulli che forse, pur avendo scelto nella vita una strada differente, sotto sotto sentono tutta l’autorevolezza dei coetanei gentili.

RINFOZARE LE CONNESIONI SOCIALI – L’importanza di questa ricerca va vista nell’ottica di combattere i comportamenti pericolosi e sbagliati nei ragazzi. È evidente che, come già fa notare Layous, la scuola dovrebbe impegnarsi a fortificare i legami sociali anziché limitarsi a combattere con comportamenti punitivi i fenomeni negativi. L’esperimento di Vancouver dimostra infine un aumento del tasso di felicità da parte di tutti i ragazzini, a dimostrazione che rinforzare le connessioni sociali è cosa buona e utile. Talvolta più delle punizioni.